Come salutare un giapponese? Ogni paese ha la sua cultura e va rispettata per poter avere dei rapporti di scambio reciproco piacevoli. Sembra ovvio, ma non lo è, soprattutto quando il paese con cui si ha a che fare è il Giappone. Il mio lavoro spesso mi porta a relazionarmi con i Giapponesi e vedere le persone italiane con cui si interfacciano unire le mani, tipo preghiera, o a pugno e inchinarsi. Niente di più sbagliato per due motivi:
1. quel tipo di saluto non è Giapponese.
2. è un saluto più simile a quello di altri popoli dell’Asia.
Quindi come fare? Ecco una piccola guida utile per coloro che hanno bisogno soltanto di fare “bella figura” con i saluti iniziali.
Al momento dell’incontro con il Sol Levante, se il saluto avviene tra persone di egual livello all’interno dell’azienda ci si dovrà inchinare di circa 30° con le braccia lungo i fianchi, il dito medio che segue la linea verticale dei pantaloni. Può essere utile sapersi presentare un minimo o saper dare il buongiorno, ma quello che è fondamentale, i Giapponesi non hanno rapporti fisici nello scambio dei saluti: niente stretta di mano a inizio o fine trattative, niente abbracci o baci anche dopo aver trascorso molto tempo insieme e aver sviluppato un rapporto di amicizia più intimo. Tutto questo in linea di massima. Se però, l’interlocutore è molto espansivo e ben disposto nei confronti della cultura italiana, si può riuscire ad ottenere una stretta di mano. (Attenzione alle pacche sulle spalle, perché c’è troppa confidenza e vicinanza!)
La società nipponica è molto gerarchizzata e rigida e all’interno delle aziende c’è grande attenzione al ruolo che rivestono i vari dipendenti: in un incontro tra persone di aziende diverse è sempre bene essere preparati riguardo la posizione degli interlocutori.
Nel caso però di rapporti tra stranieri e giapponesi, l’incontro sarà un po’ meno formale e più in linea con gli scambi occidentali.
Chiedi informazioni