Capita che il lavoro del traduttore non riceva quell’onore e rango che dovrebbe avere al pari di un altro impiego che ha alle spalle un lungo studio e approfondimento.
Perché se si parla di medici e avvocati tutti si aspettano di dover pagare certe cifre e invece quando si ha a che fare con un esperto di lingue, si storce il naso a sentire un preventivo?
Un intervento di cataratta dura pochi minuti, dieci al massimo ad occhio, con un costo che supera di gran lunga i 1000 euro.
Una traduzione di circa 36 pagine per un totale di 54000 parole che sono circa cinque giorni di lavoro (8 ore al giorno) ha un prezzo oscillante di 4000 – 7000 euro in base alla lingua da tradurre.
Perché se lo specialista – oculista che lavora al massimo 30 minuti guadagna 1500 euro, la maggior parte delle persone non si lamenta, ma non è accettabile da molti se lo specialista – traduttore che lavora più a lungo, guadagni molto di più del medico? Questo paragone a molti suonerà comico, ma è una triste realtà del nostro paese.
È vero che gli studenti di medicina impiegano circa una decina d’anni per completare la loro preparazione, ma anche un traduttore ha alle spalle molto studio e un’attenta preparazione. Solitamente i traduttori vengono da lauree in lingue o scuole di interpretariato e traduzione le cui ore di studio vertono sulla teoria e la pratica nel futuro lavoro. Molti finita la sessione estiva d’esame vanno all’estero per cercare di incrementare la padronanza della lingua, cercano di dedicare i momenti liberi della giornata a parlare con persone madrelingua, a leggere o guardare serie televisive: spesso gli aspiranti traduttori e interpreti si dedicano anima e corpo a quello che fanno.
Anche se si applicano con zelo gli anni di studio e gli stage formativi non bastano mai per essere pronti al lavoro futuro, quindi l’impegno individuale diventa fondamentale, specialmente in una lingua come il Giapponese, che viene insegnata ad alti livelli in alcune rinomate università, ma che fino ad oggi non aveva un programma pensato per formare queste nuove figure. Gli studenti di Lingue orientali devono formarsi interamente da soli, anche perché attualmente sono ancora pochi i corsi di formazione indirizzati su queste lingue definite “rare” e che quindi richiedono un compenso più alto.
Studiare una lingua non è solo memorizzare parole o leggere la letteratura del paese, ma è acquisire conoscenze su quel popolo, diventare padrone di diversi registri linguistici, termini tecnici, lessico quotidiano di quel paese, diventare un tutt’uno con la cultura studiata: sono ore di esercizio scritto e orale, di libri letti con difficoltà fino a che non si diventa padroni del significato intrinseco di quelle pagine, nottate a scrivere in un alfabeto e caratteri molto diversi dal proprio, ma tanto affascinante da non far staccare la penna dal foglio, di momenti di sconforto nell’ascoltare registrazioni troppo veloci in slang o registri troppo complessi per poter incamerare tutte quelle informazioni in così poco tempo, che grazie all’impegno prendono forma nella mente come un dipinto su una tela.
Questo è il faticato studio delle lingue e queste sono le parole di una persona che dopo anni non ha ancora smesso di imparare nuove parole e di stupirsi per ogni nuova struttura che riesce a padroneggiare.
Per ricapitolare, perché devo pagare una traduzione così tanto? Semplicemente perché ho necessità di avere un lavoro e lo chiedo ad uno specialista in materia che merita di vedere ricompensato il suo duro lavoro.
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